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11 marzo 2010

Transition towns: una vita dopo il petrolio

In oltre settecento paesi e città del mondo è in atto un esperimento: provare a vivere senza dipendere dal petrolio. Il petrolio sta per finire, la Terra è allo stremo, il nostro stile di vita non è sostenibile per il pianeta. Le Transition Towns sono quindi quelle città e paesi che stanno provando a modificare radicalmente le proprie abitudini – non far ricorso al petrolio, ridurre la dipendenza alimentare e molto altro – tramite iniziative condivise dalle comunità, non imposte dall’alto e in accordo con le amministrazioni locali.

Il futuro che non viene
di Ray Reece

Dal mio balcone al quarto piano nel centro storico di Cagli, posso vedere il ponte per Cagli Nuova e una striscia di Via Flaminia verso nord. E quello che vedo, unito a quello che so sulle recenti tendenze urbanistiche a Cagli, mi piace sempre meno e mi stupisce sempre più. Molto spesso il ponte è gravato da una catena di auto bloccate sull’uno o l’altro lato, che sembrano parcheggiate in fila. E proprio a nord del ponte, in Via Flaminia, vedo le apparecchiature che scavano un enorme buco per costruire un parcheggio sotterraneo.
Ancora più a nord, sempre in Via Flaminia, c’è un nuovo centro commerciale e un cinema multiplex con un altro enorme parcheggio per le macchine che proliferano in questo territorio come le locuste di memoria biblica. Questo centro è un avamposto per lo sviluppo di nuove espansioni suburbane nello stile uniformemente brutto che accomuna le periferie di Fano e Pesaro, per esempio, o Dallas in Texas.
E’ chiaro che quei politici e quegli investitori che hanno il potere a Cagli e nell’entroterra hanno scelto un futuro per la città dipendente interamente dalla macchina. Un futuro di suburban sprawl, brulicante di pendolari che viaggiano ciascuno sulla propria auto: pendolari lavoratori, pendolari consumatori e pendolari dell’industria del divertimento, per consumare sempre più carburante fossile ed emettere sempre più inquinamento.
Ma c’è stato un piccolo errore. Dopo la creazione delle vaste e costosissime infrastrutture per tale futuro a Cagli, il futuro stesso non verrà. La fine dell’era del petrolio, a causa della rapida diminuzione delle riserve mondiali, e il cambiamento del clima cospireranno a fermare quel futuro nato morto. Questa drammatica realtà è stata documentata in molti studi e libri recenti, compreso Ritorno al Passato di Andrea Bizzocchi e La Lunga Emergenza di James Howard Kunstler.
Il problema è così grave e inevitabile che sempre più città nel mondo aderiscono a un nuovo movimento sorto per programmare delle infrastrutture e uno stile di vita coerenti con il futuro vero. Questo movimento si chiama Transition Towns. E’ attivo in Italia adesso. Quando suonerà la sveglia anche per la nostra Cagli?